
Parte oggi ufficialmente con la notifica all’Agcom l’iter formale ai sensi dell’art. 50 ter del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che porterà TIM a separare volontariamente la propria rete di accesso attraverso la creazione di una entità legale separata.
La società, controllata al 100% da TIM, disporrà di propri asset (infrastrutture della rete di accesso, dalla centrale alla casa dei clienti, nonché gli edifici, gli apparati elettronici e i sistemi IT) e sarà dotata del personale necessario per fornire servizi all’ingrosso in maniera indipendente.
Inoltre, grazie a un unico punto di accesso «one-stop shop» per i servizi wholesale regolati e non regolati per tutti gli operatori, inclusa TIM, il modello garantirà l’assoluta parità di trattamento tra gli operatori. Il progetto, approvato dal Consiglio di Aministrazione dello scorso 6 marzo, seguirà le procedure previste dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche e le tempistiche definite dall’Autorità.
La creazione della NetCo manterrà invariato il perimetro del Gruppo, ed avverrà in conformità e nel rispetto della disciplina della normativa sulla Golden Power.
Parte quindi ufficialmente il progetto di separazione della rete preannunciato il mese scorso in CdA dall’Ad Amos Genish.
Una mossa che non è un semplice passaggio tecnico, ma controbilancia l’incursione aggressiva del fondo Elliott che ha messo in discussione la governance di Vivendi e che avrà certamente un suo peso all’assemblea generale per la nomina del nuovo CdA in programma per il 4 maggio.
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